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lunedì 25 ottobre 2010

LA LEGGENDA DELLE CASTAGNE






CASTAGNE TRE A TRE
Gli abitanti di un piccolo paese sopra il lago erano così poveri che l'unico cibo di cui si potevano nutrire con abbondanza erano le castagne. Intorno al paese infatti c'erano numerosi boschi dove tutti potevano liberamente raccoglierle. Nella loro vita ne avevano mangiate così tante che ormai non riuscivano più a inghiottirle senza provare una sensazione di disgusto: il loro sapore era diventato proprio cattivo. Pregarono allora il parroco di benedire tutti i castagni in modo che i frutti tornassero a essere buoni come una voltae venissero apprezzati da tutti. Il pover'uomo non volle deluderli e si mise a girare per i boschi, seguito da grandie piccini. Ogni volta che s'imbatteva in una pianta, si fermava, la osservava a lungo e pronunciava questa formula magica:

"Castigna, castigna!
Castigna fia la ligna,
castigna fia la fè,
castigna in buca a tre a tre!"

Girò così senza fermarsi per tre giorni e per tre notti fino a quando non ebbe finito e a quelli che lo seguivano venne una fame tale che cominciarono a mangiare le castagne a tre a tre, apprezzandone tutto il sapore.

venerdì 8 ottobre 2010

CASA SUL MARE - Eugenio Montale


ll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l’anima che non sa più dare un grido.
Ora i minuti sono eguali e fissi
come i giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.
Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.

Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l’isole dell’aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.

Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.

Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.

Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.

sabato 2 ottobre 2010

Modi di dire - ACQUA IN BOCCA



Perchè si dice acqua in bocca?

Si narra che una donnetta, pur essendo fervente cattolica e molto devota alla Vergine, non riuscisse ad evitare di fare della maldicenza, sua occupazione preferita, e questo le causava delle grosse crisi di coscienza. Pregò allora il suo confessore di darle un rimedio contro quel peccato.
Il prete provò dapprima con penitenze e preghiere, ma sempre inutilmente, la donna continuava a ricadere nel vizio. Un bel giorno, non sapendo più a che santo votarsi, diede alla donna una boccetta d'acqua del pozzo raccomandandole di tenerla sempre con sé e quando sentiva la voglia di 'sparlare', di mettere un sorso in bocca tenendolo finché non fosse passata la tentazione. La donna così fece, e ripetendo spesso quel gesto, alla fine si liberò dal vizio, ma non essendo un'aquila in fatto d'intelligenza, si convinse che l'acqua fosse realmente miracolosa.

venerdì 1 ottobre 2010

Ottobre è arrivato...




Ottobre

Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate.

Sole d'autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell'anima.
Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t'inoltri
e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch'è tutta una dolcissima agonia.


Vincenzo Cardarelli