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lunedì 8 novembre 2010

licenze poetiche


Sono spesso usate dai poeti, per esigenze metriche, ma capita che, a volte, diventino dei vistosi errori che ci vuol proprio molta fantasia per definirle tali.
La più famosa è quella che commise Giosuè Carducci ne Il parlamento, che, ambientata a Milano, si chiude con le parole Il sole /ridea calando dietro il Resegone, cosa questa impossibile per un monte sito a nord-est del capoluogo lombardo.
Carducci fu informato di questo errore, ma non si preoccupò di correggere: sarebbe stato un po' complicato e il finale di quella splendida poesia avrebbe perso mordente.
Or ecco," dice Alberto di Giussano,
"ecco, io non piango più. Venne il dì nostro,
o milanesi, e vincere bisogna.
Ecco: io m’asciugo gli occhi, e a te guardando,
o bel sole di Dio, fo sacramento:
diman da sera i nostri morti avranno
una dolce novella in purgatorio:
e la rechi pur io!" Ma il popol dice:
"Fia meglio i messi imperïali. Il sole
ridea calando dietro il Resegone.

1 commento:

  1. E' la conferma di ciò che penso, gli errori aiutano a crescere e talvolta fanno bene alla propria stima : "se Carducci ne commise uno simile, sarò più indulgente con gli errori miei!t.t." Interessante, buona domenica!

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