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giovedì 9 settembre 2010

ACQUA - BAPSI SIDHWA



Siamo in in India, nel 1938 .
Chuya è una bimba di 8 anni, ne aveva solo 6 quando è stata fidanzata a un uomo anziano e 7 quando si è sposata. Ma il marito è morto e lei, secondo l'antica consuetudine hindu, è stata condotta nell'ashram delle vedove dove dovrebbe vivere in penitenza sino al giorno della sua morte. Non può mangiare carne, non può indossare abiti colorati, solo quella tunica bianca, non può far crescere i capelli. È una donna non donna, e passato il primo momento di sbigottimento, nella piccola inizia a crescere la ribellione.
I suoi occhi vedono cose che non dovrebbero vedere, ingiustizie, violenze morali da parte delle vedove più anziane incattivite dalla giovinezza e dalla bellezze di altre sventurate.
E così, quando la sua amica Kalyani, una bellissima vedova costretta a prostituirsi, stringe una relazione clandestina e proibita con un giovane idealista gandhiano appartenente alla buona società indiana, è Chuya a guidare la rivolta nell'ashram delle vedove, permettendole di fuggire con l'amato. E anche per lei ci sarà un risvolto positivo.
Un libro bellissimo che squarcia i veli su barbari costumi di lontani paesi e sulla condizione della donna umiliata, maltrattata, considerata come una nullità.

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